MESSA PER LE FESTE DI NATALE - Dicembre 2016
16 Dicembre 2016Venerdì 16 dicembre presso la casa di soggiorno “Villa Don Gino Ceccon” di S.Croce del Lago è stata celebrata la S. Messa in occasione delle festività natalizie. La cerimonia è stata presieduta dal vescovo di Belluno Renato Marangoni, coadiuvato dal presidente della struttura Don Paolo Cester, con la partecipazione di Don Lorenzo Sperti, Don Luciano Saviane e il sacerdote della struttura Don Riccardo Romei Suster.
Durante l’omelia il vescovo ha ringraziato le persone che vivono nella residenza in quanto testimonianza di fede.
A rendere maggiormente solenne la celebrazione, i canti interpretati da Giorgio Fornasier.
All’evento sono intervenuti il sindaco del comune Alpago Umberto Soccal, il presidente dell’Unione Montana Gianluca Dal Borgo, i rappresentanti del consiglio anziani familiari, i volontari dell’associazione “il Filò” di Santa Croce e il direttivo della struttura.
Terminata la cerimonia il vescovo ha salutato personalmente gli ospiti, i familari e il personale augurando a tutti ogni bene.
Ezio Franceschini (Tratto dal Corriere delle Alpi del 31/12/2016)
LA CASTAGNATA - 23 Novembre 2016
23 Novembre 2016Un appuntamento autunnale presente nel calendario delle attività proposte è la castagnata, caratterizzata principalmente dalla distribuzione di castagne arrostite cotte con maestria dai volontari dell’associazione “Il Filò”.
La castagna è un frutto molto antico e consumato dall’uomo fin dal Paleolitico in diversi modi: cotto, secco o macinato sottoforma di farina; nei secoli con l’arrivo del mais e della patata dall’America le castagne hanno perso il loro protagonismo nell'alimentazione contadina..... Ma in casa di soggiorno non si vede l’ora di poterle gustare memori del loro caratteristico gusto.
Una festa simpatica, senza tante pretese ideata per trascorrere insieme un pomeriggio autunnale di solito caratterizzato dai primi freddi che annunciano l'imminente inverno, gustando prelibatezze ed ascoltando musica dal vivo grazie all’intervento dell’interprete musicale Dino.
Un grazie a tutti coloro che hanno reso possibile la manifestazione del 23 novembre 2016: ai volontari, ai familiari e soprattutto agli ospiti della struttura che volentieri partecipano a questi eventi.
Palmina - Educatrice
RACCOLTA PRODOTTI DELLA TERRA - Novembre 2016
09 Novembre 2016Anche quest’anno abbiamo mangiato i funghi del nostro parto!!
Siccità, terreno asciutto,e altri fenomeni meterologigi avversi non promettevano bene per i funghi autunnali. Ma nell’area verde adiacente alla struttura anche quest’anno abbiamo potuto raccoglire i chiodini che hanno arricchito il risotto.
C’è chi raccoglie i funghi, chi li cucina ma per fortuna.............. anche chi li pulisce!!
Daria - Animatrice
GITA AL MUSEO "Valentino Del Fabbro - 20.10.2016
20 Ottobre 2016Tra le uscite in programma quest’anno c’era il museo Museo “Valentino Del Fabbro” a Cavarzano che abbiamo visitato a metà ottobre.
“Il Museo ospita una raccolta di attrezzature legate ai mestieri del passato raccolti dal suo ideatore nel corso degli anni: strumenti per la fienagione, per la lavorazione del latte, gli strumenti di lavoro del fabbro e dello scalpellino.
Gli attrezzi e gli oggetti del passato che costituiscono la collezione etnografica di Fioretto Bortot sono stati raccolti dal collezionista con passione e con la volontà di riunire le testimonianze materiali della storia dei contadini e degli artigiani della Val Belluna e delle vallate limitrofe, tra la fine dell’800 e la prima metà XX secolo.
Strumenti di lavoro, attrezzi e oggetti d’uso domestico raccolti inizialmente nelle discariche o nelle soffitte, dove erano stati gettati o messi da parte, perché inutili e ingombranti testimoni di un tempo da dimenticare, e che oggi sono custoditi nell'esposizione di Cavarzano.
Ci sono circa 3000 oggetti, ognuno messo in mostra a rappresentare se stesso e a suggerire saperi e abilità anrtiche.
Il nostro gruppo è stato accolto dal collezionista che con maestria e passione e ci ha accompagnati nella visita del museo.
Molto entusiasti i partecipanti che hanno riconosciuto negli oggetti del passato un po’ della loro vita, e anche ricordato il loro vissuto.
Un sentitio ringraziamento a Fioretto Bortot e alla moglie che ci hanno accolto con familarità e affetto.
Daria - Animatrice
USCITA ALLA MADONNA DEL RUNAL - 09.09.2016
09 Settembre 2016Cenni storici
La storia de la ceséta de la Madona de la Runal - La chiesetta della Madonna del Runal
Esiste ormai dissestata una strada, in origine interamente lastricata, il che fa supporre di origine romana, che collegava Buscole di Farra d'Alpago con le località "Riva de Marco" "Pian de 'l bèco" e "Resìna vècia" per giungere al luogo dove attualmente sorge il Santuario della Madonna del Runal. La strada che, ad un centinaio di metri prima del Santuario, si divideva in due, l'una raggiungendo Tomàs e Spert e l'altra proseguendo dopo il Santuario per la "Montagnéta", "Palughét" e "Canpón", era generalmente percorsa dai boscaioli che si recavano nella foresta per il taglio del legname e per far il carbone. Lungo quella strada, secondo la nostra storia, esisteva un capitello votivo (tariól) che ospitava un bel quadretto raffigurante la Madonna, venerata con l'appellativo di "Madóna de 'l bósc". A questo punto varie sono le versioni della storia. La prima dice che, essendo il capitello ormai in rovina ed esistendone un altro poco più a sud in miglior stato di conservazione, i boscaioli decisero di trasferire il venerato quadretto in questo secondo. Così fu fatto, ma la mattina successiva al trasloco il quadretto non fu più ritrovato nel capitello. Furono subito iniziate le ricerche ed il quadro fu ritrovato appeso ad un ramo di un vecchio faggio che cresceva accanto al capitello originario. Fu riportato via da lì ma, chissà come e chissà perché, il quadretto scomparve nuovamente e fu ritrovato allo stesso posto della volta precedente. L'evento, secondo la storia, continuò a ripetersi per diverse volte, finché i boscaioli per togliere, come si dice, il male alla radice, decisero di tagliare il vecchio faggio. Ma qui avvenne il fatto miracoloso. Tutte le scuri adoperate per abbattere il vecchio tronco, al primo contatto con il legno inspiegabilmente si rompevano. Questo fatto straordinario fu interpretato come il desiderio della Vergine a voler restare in quel posto e lì i boscaioli e gli abitanti di Farra e di Spert eressero l'attuale Santuario della "Madôna del bósc", protettrice in particolare dei boscaioli che, poco tempo dopo, assunse il nome di Santuario della Madonna del Runal, dal nome della località dove fu eretto e dell'omonimo ruscello che scorre nei pressi.
Un'altra versione della storia, invece, vuole che il capitello ormai in rovina, forse per questioni di campanilismo, venisse distrutto ed il quadretto fosse appeso, in attesa della costruzione di un nuovo capitello, ai rami del faggio che ci cresceva accanto. Il quadro fu trasportato nella parrocchiale di Farra e da li, nottetempo, prese il volo .... per il solito faggio. Anche qua il fatto continuò a ripetersi diverse volte. Stupiti per le ripetute sparizioni, gli abitanti di Farra una sera, dopo la funzione vespertina, chiusero la chiesa, ne sprangarono i portali ed organizzarono dei turni di vigilanza per l'intera notte, senza alcun risultato. Il quadretto fu ritrovato la mattina dopo appeso al solito faggio. Allora questa volta fu deciso di tagliare l'albero ed ecco un altro fatto miracoloso. Da ogni dove, dal momento che la voce si era sparsa fra le contrade d'Alpago, erano giunte diverse persone per controllare di persona l'abbattimento dell'albero ma, al primo colpo discure, l'attrezzo si conficcò talmente nel legno che a colui che aveva assestato il fendente non fu più possibile toglierlo. Intervennero in suo aiuto alcuni presenti. Primo uno, poi due e tre, infine quattro uomini unirono i loro sforzi per liberare l'ascia dal tronco ed essa finalmente uscì. Uscì, ma avvenne un altro fatto fantastico, tra lo stupore dei presenti, dal taglio lasciato nel tronco uscì un fiotto di sangue. Cosa pensare? Un miracolo? O piuttosto un segno? Non c'era dubbio. Per i nostri vecchi quello era un "segno": esprimeva il desiderio della Vergine a voler rimanere là. E là appunto sanate dispute e controversie, fu eretto il nuovo Santuario, mèta di devoti pellegrinaggi. Là, ancor oggi, in quella chiesetta immersa nel verde, l'8 settembre si venera il famoso quadretto. Là, si racconta, la Vergine operò diversi miracoli e fino ad alcuni anno fa ad una parete della chiesetta c'era un fascio di stampelle di legno, lasciate a ricordo dai miracolati. Inoltre, sempre a titolo di devozione alla Madonna del Runal, quando una mamma di Farra era in attesa di un figlio, diceva che andava a prenderlo non sotto il cavolo o dalla cicogna, ma a quel famoso faggio di questa nostra storia. Queste sono due delle versioni di cui sono venuto a conoscenza. ln entrambe gli elementi di base sono il quadretto ed il faggio.Il faggio che ora non c'è più, perché i fedeli che si recavano al Santuario ne staccavano di volta in volta qualche rametto o un pezzo di corteccia, per portare nelle loro case la benedizione della Madonna.
Madonna del bosco
Cammino lungo un sentiero
di sassi, tutto in salita.
Mi guardo attorno:
un raggio di sole
buca le foglie
e porta per terra
coriandoli di cielo,
in un gioco di ombre
che fuggono senza spessore.
Tutto odora di selvatico,
profuma di buono:
di pini e di larici,
di funghi e di resina,
di lamponi e di more.
Canta un fringuello
tra i rami di un faggio;
un bello scoiattolo
fugge si nasconde.
Arrivati in cima
si rimane incantati:
davanti a questa chiesa
vien voglia di pregare.
Incrocio le dita,
faccio il segno di croce in ginocchio
e poi sussurro:
''Madonna del Runàl
di giorno e di notte
proteggi (sorveglia) questa valle
e ama gli Alpagoti !''
Tratto da:
Le bèle storie de na òlta
di Osvaldo Noro